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TEATRO DEL LEMMING

L'INFERNO DEI RAGAZZI

sabato 27 aprile // ore 21 | domenica 28 aprile // ore 18


 a cura di Diana Ferrantini
assistenza tecnica Silvia Massicci
regia Massimo Munaro
in collaborazione con Liceo Scientifico Paleocapa di Rovigo nell‘ambito del progetto Per Chi Crea

 

Questo Studio prosegue il lavoro avviato negli scorsi anni con alcuni studenti del Liceo Scientifico Paleocapa di Rovigo. Quest‘anno, grazie al progetto PER CHI CREA, il lavoro si allarga felicemente ad una più larga comunità.

 a cura di Diana Ferrantini
assistenza tecnica Silvia Massicci
regia Massimo Munaro
in collaborazione con Liceo Scientifico Paleocapa di Rovigo nell‘ambito del progetto Per Chi Crea

 

Questo Studio prosegue il lavoro avviato negli scorsi anni con alcuni studenti del Liceo Scientifico Paleocapa di Rovigo. Quest‘anno, grazie al progetto PER CHI CREA, il lavoro si allarga felicemente ad una più larga comunità.

Sembra sempre una scommessa folle quella di provare a mettere in scena, con un gruppo di ragazzi così giovani, alcuni Canti dell‘Inferno, rispettando in modo integrale e rigoroso la parola Dantesca lasciandosi incantare, con estrema semplicità, dalla loro energia vitale e piena di entusiasmo.

Siamo convinti che occorra sfidare il diffuso pregiudizio che reputa la parola di Dante Aleghieri troppo alta o troppo lontana o troppo arcaica per poter essere compresa fino in fondo e restituita da un gruppo di giovanissimi attori. Mentre vorremmo dimostrare che queste parole sembrano scritte proprio per essere abitate da corpi adolescenti, corpi pulsanti di vita e di ardore. La scrittura scenica che abbiamo operato non vuole né sottolineare né chiarire il senso delle parole, il loro significato, quanto proporsi come ulteriore riverberazione poetica. In teatro la parola, il verbo, deve farsi carne.

Sembra sempre una scommessa folle quella di provare a mettere in scena, con un gruppo di ragazzi così giovani, alcuni Canti dell‘Inferno, rispettando in modo integrale e rigoroso la parola Dantesca lasciandosi incantare, con estrema semplicità, dalla loro energia vitale e piena di entusiasmo.

Siamo convinti che occorra sfidare il diffuso pregiudizio che reputa la parola di Dante Aleghieri troppo alta o troppo lontana o troppo arcaica per poter essere compresa fino in fondo e restituita da un gruppo di giovanissimi attori. Mentre vorremmo dimostrare che queste parole sembrano scritte proprio per essere abitate da corpi adolescenti, corpi pulsanti di vita e di ardore. La scrittura scenica che abbiamo operato non vuole né sottolineare né chiarire il senso delle parole, il loro significato, quanto proporsi come ulteriore riverberazione poetica. In teatro la parola, il verbo, deve farsi carne.