Sembra sempre una scommessa folle quella di provare a mettere in scena, con un gruppo di ragazzi così giovani, alcuni Canti dell‘Inferno, rispettando in modo integrale e rigoroso la parola Dantesca lasciandosi incantare, con estrema semplicità, dalla loro energia vitale e piena di entusiasmo.
Siamo convinti che occorra sfidare il diffuso pregiudizio che reputa la parola di Dante Aleghieri troppo alta o troppo lontana o troppo arcaica per poter essere compresa fino in fondo e restituita da un gruppo di giovanissimi attori. Mentre vorremmo dimostrare che queste parole sembrano scritte proprio per essere abitate da corpi adolescenti, corpi pulsanti di vita e di ardore. La scrittura scenica che abbiamo operato non vuole né sottolineare né chiarire il senso delle parole, il loro significato, quanto proporsi come ulteriore riverberazione poetica. In teatro la parola, il verbo, deve farsi carne.
Sembra sempre una scommessa folle quella di provare a mettere in scena, con un gruppo di ragazzi così giovani, alcuni Canti dell‘Inferno, rispettando in modo integrale e rigoroso la parola Dantesca lasciandosi incantare, con estrema semplicità, dalla loro energia vitale e piena di entusiasmo.
Siamo convinti che occorra sfidare il diffuso pregiudizio che reputa la parola di Dante Aleghieri troppo alta o troppo lontana o troppo arcaica per poter essere compresa fino in fondo e restituita da un gruppo di giovanissimi attori. Mentre vorremmo dimostrare che queste parole sembrano scritte proprio per essere abitate da corpi adolescenti, corpi pulsanti di vita e di ardore. La scrittura scenica che abbiamo operato non vuole né sottolineare né chiarire il senso delle parole, il loro significato, quanto proporsi come ulteriore riverberazione poetica. In teatro la parola, il verbo, deve farsi carne.